sabato 19 aprile 2014

LE BUONE PROPRIETA' DEL RISO VENERE


http://www.risovenere.it/photo/riso-venere/380x285/riso_venere_01.jpgLo sapevate che il riso Venere è nato in Italia nel non lontano 1997? Si tratta infatti di un incrocio tra due varietà di riso: la prima, una varietà asiatica di riso nero messa a disposizione dall’IRRI (Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso con sede nelle Filippine quale più importante Ente per la conservazione delle varietà di riso del Mondo) e la seconda, una varietà di riso padana. Tutto questo è stato possibile grazie  al Centro Ricerche di Sa.Pi.Se  (Sardo Piemontese Sementi), presso la Tenuta Borgarino di Sali Vercellese (VC), che ha effettuato l’incrocio. 

Adesso Sa. Pi. Se. detiene il brevetto europeo e dal 2008 ha costituito la “Filiera Riso Venere” che rilascia ai produttori il logo di adesione (www.risovenere.it) e autorizzazione visibile anche sulla confezione del Riso Gallo Venere.

Nella lontana Cina, il riso nero, esiste già da molto, ma per le difficoltà di coltivazione era riservato, sino all’Ottocento, alle tavole dell’Imperatore e della sua corte. In Italia non era mai arrivato prima per la difficoltà della varierà ad adattarsi ai climi nostrani. La leggenda narra che fosse apprezzato alla corte degli antichi imperatori, unici consumatori del tempo, per la sua rarità. Infatti la diffusione nelle colture era limitata a causa della ridotta produttività di questa pianta. Ancora oggi in Cina il riso nero è considerato un alimento prezioso ed è consumato da persone anziane, da gestanti, da malati per la ricchezza di proteine e di sali minerali (ferro, manganese, selenio).

 

Il Venere è un riso dal chicco piccolo e profumato, con un aroma che ricorda il pane appena sfornato, tipico dei risi orientali. Il colore del chicco è ebano, mentre quello delle spighette tende al grigio. La pigmentazione scura del prodotto finito è data dalla presenza di un pericarpo (l’involucro del seme) nero: il prodotto infatti è un riso integrale che non viene sottoposto ai trattamenti che lo privano dei tegumenti (sbramatura e sbiancamento) come ad un normale riso brillato. Infatti, grazie ad un diverso tipo di macinatura viene rimossa esclusivamente la buccia, parte non edibile del prodotto, permettendo così di ottenere un riso più ricco e stabile in nutrienti.

  • CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI RISO VENERE
Il riso Venere possiede tantissimi nutrienti in grado non solo di renderlo un prodotto culinario straordinario per il palato ma anche di essere un alleato importante per la nostra salute.
La caratteristica forse più importante del riso Venere è costituita dalla sua digeribilità, superiore a quella di qualsiasi altro cereale. Inoltre esso è particolarmente indicato anche nella dieta del paziente diabetico in quanto non provoca repentini  innalzamenti della glicemia: il riso infatti possiede granuli di amido molto piccoli e regolari all’interno dei suoi chicchi, il che lo rende molto più facile da digerire ed evita un innalzamento troppo rapido della glicemia a seguito della sua digestione.

L’elevato contenuto di acido linoleico e linolenico, acidi grassi essenziali indispensabili per le normali funzioni di tutti i tessuti e organi, ne garantisce il fabbisogno fisiologico. Il basso contenuto di sodio ed elevato di potassio rende il riso utile per l’ipertensione arteriosa ed in tutte le patologie caratterizzate da ritenzione idro-salina.

Per quanto riguarda i sali minerali il riso Venere contiene una notevole quantità di silicio, oligoelemento utile nella formazione e nella riparazione del tessuto osseo, un contenuto di ferro quattro volte superiore al riso comune ed il doppio del selenio che svolge un’importante attività antiossidante, utile per il miglioramento delle difese immunitarie, e per ritardare l’invecchiamento. Inoltre il selenio massimizza l’utilizzo dello iodio da parte della nostra tiroide: quindi se soffriamo di una tiroide un po’ “pigra” il riso Venere risulta essere un’ottima alternativa ai nostri primi piatti classici.
Venere inoltre ha un alto contenuto di antociani, sostanze vegetali presenti anche nei mirtilli ed in altri vegetali, capaci di catturare i radicali liberi ed evitare l’ossidazione, che conferiscono al riso Venere proprio il suo caratteristico colorito nero.
Gli antociani contribuiscono all’inibizione della lipasi pancreatica, enzima che interviene nella digestione dei grassi, e contribuiscono alla riduzione della solubilità del colesterolo; consumare riso nero può quindi essere utile per ridurne l’assorbimento.
Tra i tanti antiossidanti di cui è ricco abbiamo anche gli acidi fenolici: fra questi il più abbondante è l’acido ferulico. Fra le proprietà dei fenoli e delle antocianine vi è quella di ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete e obesità.
Il valore energetico del riso Venere per 100 g di prodotto corrisponde a 355 kcal. Ha il 10% di proteine(quasi il 2% in più del riso bianco) e queste sono di alto valore biologico, grazie all’elevato contenuto dell’amminoacido lisina.
 Il riso Venere infine è ricco di vitamine idrosolubili tra cui la B1 (tiamina), la B2 (riboflavina), la PP (niacina) e di vitamina E.

  • USI DEL RISO VENERE

Grazie al suo aroma può essere utilizzato come infuso (un cucchiaino in una tazza d’acqua calda) rimineralizzante, antianemico (grazie al ferro) e antiinvecchiamento (grazie al selenio).
Il riso Venere può essere consumato previa cottura di circa 35 – 40 oppure miscelato con altre varietà di riso bianco come primo piatto o contorno. Macinato e unito a farina di grano si presta ad essere trasformato in pasta o pane o utilizzato in pasticceria, macinato e unito a semolino o farina di mais come polenta aromatica e digeribile, oppure macinato e unito alle patate per preparare gli gnocchi. È ideale anche per antipasti (pomodori ripieni al riso Venere, piatto ideale per l’estate che si avvicina) ma anche per secondi piatti con pesce e insalate fredde.
Vi lascio una ricetta di un primo piatto classico con questo riso, ma numerosissime altre ricette interessanti le potete trovare sul sito www.risovenere.it
 
Riso nero con zucchine e gamberi
Ingredienti per 4 persone
  • 300 g di riso nero
  • 2 zucchine
  • 200 g di gamberi
  • 4 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • 1 scalogno
  • 1 cucchiaio di erba cipollina
  • 50 ml di vino
Preparazione
Mettere a bollire l’acqua. Una volta raggiunta l’ebollizione, salare e cuocere il riso nero per 18/20 minuti.
Nel frattempo tritare lo scalogno e farlo appassire in 4 cucchiai d’olio extravergine di oliva.
Aggiungere le zucchine in padella, far cuocere a fuoco vivace qualche minuto e aggiungere anche i gamberetti.
Sfumare con il vino bianco. Lasciar cuocere per altri 5-10 minuti.
Scolare il riso nero e saltarlo nella padella con il condimento.
Pochi istanti prima di togliere il riso dalla fiamma, aggiungere l’erba cipollina tritata finemente.
Servire il riso nero con gamberetti e zucchine ben caldo e… buon appetito!
 

 



 


PER VOI MAMME: LO SVEZZAMENTO!


https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTcA_BsiPBsAPRnTm8pa4mUnnWwl3iLWW0pNMItYmfwZMnQz13lMolti sono i dubbi delle mamme riguardo a questo passaggio cruciale e delicato della vita del proprio bambino: a quali mesi iniziarlo, quali cibi dare e con quale frequenza ecc.. Per questo motivo vorrei dare qualche informazione in più sugli alimenti e su come dovrebbero essere introdotti nella loro alimentazione perché cominciare nel modo giusto già a quest’età è una maniera per gettare le basi e  possedere delle sane e corrette abitudini alimentari nella vita adulta.

Prima di tutto lo svezzamento prevede la graduale introduzione nella dieta del bambino di alimenti non lattei semisolidi e poi solidi: questo non significa interrompere l’allattamento ma bensì di integrarlo con altri tipi di alimenti.

Il periodo migliore per l’introduzione di cibi diversi dal latte è il 6° mese di vita compiuto del bambino, quando ormai il latte da solo non basta più a soddisfare tutte le esigenze nutritive del lattante, che ha bisogno di un maggior apporto energetico e necessita di alimenti più ricchi di ferro e proteine.

A questa età il bambino è ormai pronto per accettare nuovi alimenti, sia dal punto di vista digestivo che psichico e motorio. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.

Due sono le parole d’ordine per questa fase delicatissima:

  • FLESSIBILITA’: ogni bambino risponde in modo diverso alla nuova alimentazione.
  • GRADUALITA’: i nuovi alimenti vanno sempre proposti e mai imposti, e vanno introdotti uno alla volta nella dieta, in piccole quantità e a intervalli di almeno una settimana.

Solo in questo modo è possibile abituare il proprio bambino a nuovi sapori, conoscerne i gusti ma soprattutto svelare eventuali reazioni allergiche. Nella seguente tabella potete trovare alcuni alimenti scritti in ordine di potenzialità allergizzante:

 

Alimenti potenzialmente allergizzanti
Uovo
Albume > tuorlo
Latte
Lattoglobulina > caseina > lattoalbumina
Cereali
Frumento > mais > avena > orzo > riso
Carne
Pollo > vitello > coniglio > maiale > agnello
Pesce
Merluzzo > sogliola > trota
Frutta fresca
Fragola > pesca > albicocca> banana > pera
Frutta secca
Arachide > mandorla > noce > nocciola
Verdura
Pomodoro > sedano > spinaci > carota > insalata

 

Le modalità di preparazione del cibo possono essere molto varie, in relazione alle abitudini della famiglia e alle preferenze del bambino, quindi non vi darò indicazioni troppo rigide o schematiche ma solo alcuni accorgimenti di massima:

  • È libertà del genitore gestire l’introduzione di un cibo anziché di un altro nello svezzamento; questo dipende dalle proprie abitudini, cultura ed esperienza;
  • Aumenta gradualmente la consistenza e la varietà degli alimenti man mano che il bambino cresce, secondo i suoi bisogni e capacità. A partire dai 6 mesi si può iniziare ad assumere alimenti frullati, passati o semisolidi. Dagli 8 mesi, la maggior parte dei bambini può mangiare con le mani. A 12 mesi, la maggior parte dei bambini può mangiare certi tipi di cibi consumati dal resto della famiglia;
  • Non forzare mai per l’accettazione di un determinato alimento se questo non è gradito: quello che il bambino non vuole oggi, può essere accettato un altro giorno;
  • Evita i cibi che per le loro dimensioni potrebbero provocare soffocamento (ad es. uva, noci, carote crude..);
  • È molto importante che il bambino possa toccare il cibo, portandoselo alla bocca da solo, con le mani o usando il cucchiaino;
  • Anche per un bambino piccolo il pasto deve rappresentare un’attività piacevole e interessante: per questo la pappa dovrebbe avere colori, odori e sapori gradevoli e stimolanti;
  • Rispetta sempre l’appetito del bambino, cercando di interpretare il suo comportamento e assecondarlo.

Vi riporto nella tabella i tempi migliori e consigliati per l’introduzione di alcune categorie di alimenti:

 

Introduzione degli alimenti complementari al latte materno
Mesi di vita
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Latte materno
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Latte di partenza
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Latte di proseguimento
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cereali*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Frutta e ortaggi**
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Carne
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Formaggio
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pesce
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Legumi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Tuorlo d’uovo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Albume
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

*= L’età consigliata per l’introduzione dei cereali contenenti glutine è ancora oggi oggetto di ricerca. Molti studi consigliano di allattare al seno il più possibile e di non introdurre il glutine prima del sesto mese, per minimizzare il rischio di celiachia.

**= è bene differire l’uso di verdure a elevato contenuto di nitrati come spinaci, bietole, lattuga, cavolo, rapa. I nitrati sono sostanze chimiche già presenti in alcuni prodotti ortofrutticoli in quanto utilizzati come fertilizzanti nei terreni, ma possono anche essere aggiunti in un secondo momento come conservanti e additivi nei prodotti in scatola. I nitrati sono pericolosissimi in quanto sono in grado di ossidare il ferro presente nell’emoglobina, che perde la sua capacità di trasportare l’ossigeno nel sangue. Nei lattanti e nei bambini provoca scarsa ossigenazione e, nei casi più gravi, a cianosi ed asfissia.

 

Ultimi consigli (ma non meno importanti!):

  • Non aggiungere zucchero da tavola agli alimenti: in questo modo potresti favorire l’abitudine al gusto di cibi eccessivamente dolci e l’insorgenza della carie dentale. Se vedi che il bambino non apprezza, è meglio aggiungere del miele o un biscotto in più al latte.
  • La stessa cosa vale per il sale: il palato del bambino si abituerà ad apprezzare cibi meno saporiti e da adulto imparerà ad aggiungere meno sale alle pietanze.
  • Attenzione alle etichette: evita di dare al tuo bambino cibi contenenti coloranti e/o additivi in generale (li trovi scritti come E seguiti da numeri nell’elenco degli ingredienti).